Titolo: Appunti di un venditore di donne
Autore: Giorgio Faletti
Rilegato: 397 pagine
Editore: B.C. Dalai Editore
Collana: Romanzi e racconti
Lingua: Italiano
Il tanto atteso romanzo di Giorgio Faletti è riuscito a sorprenderci nuovamente, abbandonate le ambientazioni internazionali dei romanzi precedenti da Montecarlo all'Arizona ci porta in Italia, precisamente a Milano sul finire degli anni 70. Mentre l'Italia è alle prese con le Brigate Rosse e con il rapimento di Aldo Moro, in Sicilia boss mafiosi combattono ogni tentativo di resistenza civile, al nord le bande di Vallanzasca e Turatello fanno i loro crimini. Ma è appunto in questo clima che si ambienta il romanzo, il periodo della dolcevita del capoluogo lombardo, che si prepara a diventare la "Milano da bere" degli anni Ottanta. È in questo ambiente, tra ristoranti di lusso, discoteche, bische clandestine e cabaret −che conduce i propri affari un uomo enigmatico, affascinante, reso cinico da una menomazione inflittagli per uno sgarbo. Tutti lo conoscono con il nome di Bravo. Lavora con le donne. Le vende.
Riprendo questo incipit dalla copertina del romanzo perché rende perfettamente l'idea di dove ci si trovi e del quando. Il romanzo scorre veloce, dopo lo shock dell'incipit si viene coinvolti in una storia dal gusto retrò, da una società dove per fare una telefonata occorreva cercare una cabina del telefono, la rivoluzione elettronica è ancora lontana e non e ne sente la mancanza. Questo è sicuramente uno dei punti a favore di Faletti, riesce a creare una trama appassionante senza tecnologia o effetti speciali. Si viene a condividere le sensazioni di Bravo che è anche il narratore della storia, attraverso i suoi occhi si vive la sua vicenda, si conosce il suo vicino Lucio, un appassionato di enigmistica ma privo della vista legato a Bravo unicamente da questa passione. Si conoscono i suoi amici, le persone che conosce e frequenta, il suo lavoro, i suoi nemici. E' piuttosto esplicito in certe descrizioni, unica vera pecca di un libro che altrimenti si fa leggere senza rallentamenti dall'inizio alla fine. Ho scritto fine perché finalmente abbiamo una storia con una fine esplicita, non assente come in troppi racconti o film nei quali è dato allo spettatore il compito di concludere la storia. Se volete un libro che vi trascini in una Milano ormai scomparsa, quando tutto sembrava possibile anche sall'orlo del baratro, allora è il libro per voi.
Ecco un commento di Giorgio Faletti dal suo sito: "Cari lettori, credo che in ogni libro un autore metta una parte di sé stesso. Questo in particolare non racconta solo una storia, ma anche una parte della mia storia. Ci sono personaggi ispirati a persone che ho conosciuto, altri nei quali in parte mi riconosco.Mentre cercavo di usare la fantasia per farli muovere all’interno del romanzo, non ho potuto fare a meno di provare una grande emozione. Se, almeno in parte, quell’emozione si trasmetterà a voi, saprò di avere fatto bene il mio lavoro. Un abbraccio a tutti."
E la presentazione del libro:
Giorgio Faletti (Asti, 1950) ha esordito nel mondo della narrativa con Io uccido, che solo in Italia ha venduto più di quattro milioni di copie ed è stato tradotto in tutte le principali lingue del mondo. Uno straordinario successo confermato con i romanzi Niente di vero tranne gli occhi e Fuori da un evidente destino, e con l’antologia di racconti Pochi inutili nascondigli.
Buona lettura. Alla prossima.
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