#Musica, #Recensione del primo album de Il Cile, Siamo morti a vent'anni.
Il disco è l'esordio discografico di Lorenzo Cilembrini, in arte Il Cile, giovane cantautore aretino. Da sottolineare che Il Cile non viene da reality o Sanremo, ma dalla lunga e difficile gavetta (ha trent'anni), e questa già di per se è una nota di merito, per riuscire ad emergere fuori dai canali "ufficiali" ci vuole una marcia in più. Chiatarrista autodidatta cresciuto con Smashing Pumpkins e Nirvana ma anche con Battiato e De Andrè con questo disco ha centrato il bersaglio, infatti ha debuttato direttemanete alla numero 1 della classifica di iTunes e alla numero 5 della classifica ufficiale FIMI. L'album segue il grande successo del primo singolo estratto, uscito qualche mese fa, Cemento Armato, che tutti abbiamo sentito almeno una volta alla radio (è quello dei prati di viole). E segue anche alcune collaborazioni che hanno cominciato a farlo conoscere al grande pubblico, con i Negrita, con i quali ha scritto quattro brani di tredici del loro ultimo album Dannato vivere e la collaborazione con i Club Dogo nel brano «Tutto ciò che ho», dall'album Noi siamo il club.
Siamo morti a vent'anni colpisce subito già dal titolo, che Il Cile spiega così: "La provocazione si confà al mio carattere, al mio essere toscano e quindi satirico e goliardico. Esprime però un concetto importante, quello dell’adeguamento al compromesso che si raggiunge nel passaggio tra l’adolescenza e l’età adulta. E il compromesso, all’inizio, è morte."
Ed ecco una breve recensione dell'album fatta da Il Cile stesso per Affari Italiani:
"Siamo morti a vent'anni riassume in parole e musica gli ultimi dieci anni della mia vita. Una vita (come spesso accade per i miei coetanei, ma accade anche con le generazioni più giovani e accadeva con quelle passate) fatta di sensazioni altalenanti, di equilibri precari, di gioie immense che si trasformano in immensi vuoti, ma anche di paure che diventano speranze, come crisalidi che si trasformano in farfalle e volano dove l'aria sembra essere più leggera. Adesso il mo forziere dei ricordi legato alla mia musica è colmo di momenti destinati a restare per sempre , quell'energia incontrollabile,quelle vibrazioni dell'anima che solo quando si lavora ad un album,al proprio primo album si riescono a sentire con questa violenza. Finalmente mi sento pronto a mettere in pasto al pubblico il mio lavoro. Perché in fondo si scrive per arrivare alle persone e questo non lo dimentico mai."Ecco la lista delle tracce (a QUESTO link le tracce commentate una per una dall'autore):
1. Siamo Morti A Vent'Anni
2. Cemento Armato
3. Tu Che Avrai Di Più
4. La Ragazza Dell'Inferno Accanto
5. Tamigi
6. Il Nostro Duello
7. Il Mio Incantesimo
8. Credere Alle Favole
9. La Lametta
Vediamo di scoprire assieme le canzoni dell'album, con una breve recensione brano per brano:
1. Siamo Morti A Vent'Anni - Secondo singolo estratto è una bella ballata che riflette su una generazione che non sa o che non vuole crescere "benedicendo di speranza troppi sogni".
2. Cemento Armato - Tutti l'abbiamo sentita almeno una volta, una straordinaria poesia in musica "Io ti ho dato pareti di viole e tu cemento armato"
3. Tu Che Avrai Di Più - Bella prova alla Negrita per questo pezzo pop-rock sulla difficoltà di lasciar andare un amore ormai finito. Il testo è poesia, una buona notizia in un periodo un pò così per la musica italiana.
4. La Ragazza Dell'Inferno Accanto - Una tipologia dell'universo femminile, vista alla maniera del Cile, in un pezzo veloce e ritmato.
5. Tamigi - Potrebbe essere una delle tante canzoni d'amore, ma la scrittura di Lorenzo le dona quel tocco di magia in più.
6. Il Nostro Duello - "Ma che ne sai della guerra tu?" canta Il Cile in questo trascinante pezzo rockeggiante che esalta le sue doti cantautorali.
7. Il Mio Incantesimo - Terzo singolo estratto è questo bellissimo lento che descrive con disincanto un'intera generazione: "Perchè la mia generazione disperde tutto a terra e la guerra più grande che ha perso è quella con se stessa".
8. Credere Alle Favole - Pop-Rock gradevole sulla disillusione: "Potrei anche provare ad affittare un cuore, ma non mi servirebbe più. E' che non ho più tempo, è che non ho più forza. E' che ho smesso da prima di te, di credere alle favole…e non è mica facile."
9. La Lametta - Il brano che chiude l'album è un pezzo dal ritmo incalzante e coinvolgente, una sorta di dichiarazione di poetica: "Sono il ghigno che esce dalla porta divelta con in mano un'accetta. Io sono la lametta, che apre in due la canzone tutta italiana. Sono il migliore amico di un'idea malsana. È un esercizio di stile tutto questo vivere. Se ci penso di giorno mi viene da ridere. È un esercizio di stile tutto questo vivere. Se ci penso di notte c'è poco da ridere ..." da non perdere!
I video dei primi tre singoli estratti dall'album:
Link utili:
Il sito ufficiale - http://www.ilcile.com/web/
La pagina fecebook ufficiale - https://www.facebook.com/ilcileufficiale
La pagina twitter ufficiale - https://twitter.com/ilcile
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